Basta premere un interruttore e l’energia è sempre con noi. Ma come nasce?
Forse qualche volta vi sarà capitato di porvi questa domanda. In questo post proviamo a soddisfare qualche curiosità. Innanzitutto partiamo col dire che l’energia elettrica non si crea, ma si trasforma. Essa è una fonte secondaria di energia, viene prodotta, cioè, bruciando combustibili o sfruttando elementi come acqua, sole e vento. Sono le fonti primarie di energia, rispettivamente chiamate fonti fossili e fonti rinnovabili. Le tecnologie utilizzate per produrre corrente elettrica sono diverse e nel tempo si sono evolute, ma ad ogni modo sono state il più potente motore del progresso della civiltà. Oggi è impensabile vivere senza elettricità. La filiera energetica è l’ossatura mastodontica e “invisibile” della nostra quotidianità.
L’energia non si crea, ma si trasforma.
Produrre continuamente energia è fondamentale per la sopravvivenza umana, proprio perché, fatta eccezione per le batterie, non è possibile accumularla. Come si fa, allora? Semplificando, un macchinario – l’alternatore – trasforma l’energia meccanica – prodotta da una turbina – in corrente elettrica, che non è altro che il moto di elettroni lungo un cavo. La turbina può essere alimentata dalle fonti primarie di energia che abbiamo nominato prima. Le centrali termoelettriche a base di combustibili sono le più diffuse, anche se fin dagli anni ’80 sono partite azioni programmatiche per incentivare la loro sostituzione con fonti di energia pulita e rinnovabile.
La prima centrale termoelettrica in Italia e seconda in Europa, nacque a Milano nel 1882.
Una volta generata l’energia, ha una tensione talmente alta da non poter essere utilizzata. Infatti, prima di arrivare nelle nostre case passa attraverso le reti di trasmissione (alta tensione) e distribuzione (media e bassa tensione). Durante questi passaggi, avvengono delle perdite di energia fisiologiche. L’elettricità è qualcosa di impalpabile, è un moto di elettroni: preservarne la stessa quantità dall’inizio alla fine, nonostante gli enormi sforzi tecnologici per ridurre gli sprechi, è quasi impossibile.